Il geologo Pierluigi Vecchia, program manager di Po Valley, ha inviato al Corriere della Sera alcune precisazioni dopo l'intervista della Presidente del FAI, Giulia Maria Crespi, riportata nel post precedente. Riportiamo di seguito quanto scritto da Vecchia:
"In riferimento all' articolo apparso sul Corriere del 20 luglio e riportante un' intervista a Giulia Maria Crespi, presidente del Fai, teniamo a precisare che il virgolettato riporta informazioni non corrette che andrebbero chiarite. In particolare:
1) «Po Valley, per il 50% di proprietà Edison». Po Valley non è assolutamente di proprietà di Edison. Le due società sono solo in Joint Venture in questo progetto.
2) Il piano viene descritto come approvato perché «è stato dichiarato di pubblica utilità!». In realtà Po Valley non ha ricevuto alcuna autorizzazione: ha seguito l' attuale iter legislativo ed è in attesa che gli Enti locali esprimano il loro parere.
3) «Petrolio lì! Con conseguente emissione di acido solforico che avrà un' azione intossicante nell' arco di dieci chilometri, col problema dello smaltimento dei fanghi». Si parla sempre di petrolio quando potrebbe trattarsi di gas metano. Il petrolio non è mai stato accertato né è possibile accertare la sua presenza senza analisi specifiche sul territorio. Analisi che non sono state approvate. Inoltre, i supposti problemi di acido solforico e di smaltimento fanghi sono, appunto, solo «supposti» mentre qui se ne parla come se fossero inevitabili conseguenze dell' attività di Po Valley. Po Valley è una società italiana che fa parte di una multinazionale australiana e adotta standard qualitativi e di sicurezza all' avanguardia. Nessun danno si è mai verificato nei progetti realizzati da Po Valley in 12 anni di attività sul nostro territorio".
A Vecchia controreplico:
1) si è consapevoli che Po Valley ed Edison Gas hanno solo una joint venture (50/50%) sul permesso di ricerca "Ossola" oggi "Bernaga", che tra l'altro ha avuto origine da un accordo transattivo.
2) sul fatto che Po Valley ed Edison Gas non hanno avuto ancora autorizzazioni al permesso di ricerca, occorre precisare che:
- Po Valley è convinta fermamente di ottenere tale permesso, come il suo CEO Michael Masterman ha recentemente dichiarato anche ad alcuni giornali australiani;
- Po Valley, nonostante il già espresso e ribadito parere contrario di tutti gli Enti Locali coinvolti ha chiesto ed ottenuto una seconda sospensione dell'istruttoria da parte del Ministero dello Sviluppo Economico;
- se davvero Po Valley non intendesse, tenendo presente il parere contrario degli Enti Locali, portare avanti l'istanza non deve fare altro che rinunciarvi.
3) Po Valley ha sempre dichiarato che non può avere la certezza che nel sottosuolo ci sia gas o petrolio finché non realizza il pozzo esplorativo. In ogni caso le valutazioni geofisiche sembrano segnalare un giacimento di petrolio, che Po Valley stessa, nell'ultima presentazione per gli investitori pubblicata sul suo sito web, stima in ben 75 milioni di barili. Sugli stessi giornali australiani già citati sempre Mr. Masterman, in questi giorni, ribadisce “di ottenere la garanzia relative al permesso di estrazione per le aree di Rovagnate e Negrino, ove stimiamo esserci 95 milioni di barili di OIL (petrolio)".
mercoledì 22 luglio 2009
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