giovedì 19 gennaio 2012

Attenzione al Decreto Liberalizzazioni

Oggi alcune "sentinelle" mi hanno segnalato articoli di stampa sul Decreto Liberalizzazioni che il Governo dovrebbe approvare domani: articoli inerenti la semplificazione normativa per la ricerca di idrocarburi che il Decreto potrebbe apportare.
Ho subito cercato tramite web l'attuale e ultima bozza del Decreto, e se corrispondesse alla reale, vi è più di una preoccupazione: il cosidetto Governo "tecnico" in questo caso fa una scelta di campo pro-petrolieri ancora più netta del precedente Governo politico, calando letteralmente le braghe e semplificando drasticamente il procedimento autorizzativo di un pozzo per la ricerca di idrocarburi, sia offshore che su terraferma.
Attendiamo il testo reale del Decreto per entrare nel merito della norma proposta ed attivare le varie azioni sui parlamentari per la presentazione di opportuni emendamenti in sede di conversione del Decreto stesso. Per ora vi riporto la relazione esplicativa dei provvedimenti per le ricerche di idrocarburi su terraferma, che già da sole mi fanno rabbrividire nelle parti che vi evidenzio. Se questa norma passasse lo spettro del petrolio tornerebbe ad aleggiare sul Parco del Curone e sulla Brianza. Restiamo "sintonizzati" e prepariamoci ad una nuova battaglia.
Ecco la relazione:
"L’attuale legislazione in materia di rilascio dei titoli abilitativi per la ricerca e produzione di idrocarburi, frutto di una progressiva stratificazione normativa, ha condotto ad un procedimento articolato e complesso, che conduce in molti casi al blocco dello stesso per mancanza di intese, e comunque alla conclusione in tempi molto più lunghi, circa doppi, di quelli degli altri Paesi OCSE.
Attraverso le modifiche proposte si definiscono i principi cardine di conferimento dei titoli:
1) al ricercatore viene conferito un titolo concessorio unico, che prevede una fase di ricerca al termine della quale, in caso di esito negativo, il titolo cessa, mentre in caso di ritrovamento minerario prosegue l’attività attraverso le fasi di sviluppo, produzione, ripristino finale;
2)
la valutazione d’impatto ambientale, obbligatoria per ogni fase di ricerca e sviluppo, viene svolta sui progetti definitivi all’atto della loro definizione e presentazione, e non più sui generici programmi di lavoro presentati all’atto della richiesta del titolo abilitativo come avviene in base alle leggi vigenti;
3) sono definite in modo univoco le procedure di accettazione pubblica da seguire dall’atto del rilascio del titolo e l’entità e la destinazione delle compensazioni previste per le fasi di ricerca e di sviluppo. In tal modo l’operatore ha la necessaria certezza del diritto a ricercare e poi a estrarre il frutto del giacimento in caso di ritrovamento".

1 commento:

  1. Per ottenere una buona valutazione da Standard & Poor’s e far alzare il rating il nuovo governo sceglie la via più obsoleta: svendere il paese ai petrolieri. Alla faccia della green economy.

    Matteo F.

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